
Settembre per me è sempre stato un mese di passaggio.
Un confine sottile tra ciò che è stato e ciò che sta arrivando.
Ma quest’anno, più che mai, è diventato un tempo di lasciare andare.
Dopo mesi di consapevolezza, di ascolto e di ricerca, mi sono accorta che per aprire davvero spazio al nuovo, non bastava “sapere cosa volevo”.
Dovevo prima lasciare andare ciò che non mi serviva più.
E non parlo solo di cose materiali o situazioni esterne.
Parlo di pensieri, abitudini, aspettative.
Parlo delle mie paure. Delle mie rigidezze. Di tutto quello che, senza accorgermene, continuavo a stringere per non sentire il vuoto.
Per tanto tempo ho creduto che “tenere tutto sotto controllo” fosse la mia forza.
In realtà era la mia gabbia.
Controllare tutto — le persone, i risultati, le emozioni, persino i tempi della vita — mi dava un’apparente sicurezza, ma mi toglieva libertà.
Poi ho capito: non possiamo controllare la vita e allo stesso tempo viverla.
Ogni cosa che tratteniamo ci tiene ferme esattamente dove non vogliamo restare.
Lasciare andare non è debolezza.
È fiducia.
È dire: “Mi fido abbastanza da aprire le mani e vedere cosa resta.”
A volte lo capisci dal peso che senti addosso.
Da quella sensazione di stanchezza che arriva anche quando non hai fatto nulla.
O da quella vocina che dice: “Non posso più andare avanti così.”
Lasciare andare può voler dire:
È un atto di amore verso di te.
Un modo per dire al mondo: “Mi scelgo.”
Ti propongo un piccolo rituale di liberazione:
Lascialo andare, senza rabbia.
E nota come ti senti, subito dopo.
Lasciare andare è il vero inizio di ogni rinascita.
È il momento in cui smettiamo di forzare e cominciamo a fluire.
Di controllare e cominciamo a fidarci.
Di resistere e cominciamo a respirare.
E nel respiro, finalmente, torniamo a noi.
🍃
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