Quando smetti di credere alle ombre,

riflessioni su Platone, il cambiamento e la libertà

LA RUOTA DELLA VITA

Quando smetti di credere alle ombre: riflessioni su Platone, il cambiamento e la libertà

Quando smetti di credere alle ombre

Hai mai sentito
parlare dell’allegoria della caverna di Platone?

È una storia antica
– compare nel libro settimo de La Repubblica – ma è più attuale che mai.
Racconta qualcosa che, in modi diversi, io ho vissuto e forse vivi anche tu.

L'allegoria della caverna

Un gruppo di prigionieri vive da sempre in una caverna buia. Sono incatenati, immobili, con il volto rivolto verso il muro.
Alle loro spalle c’è un fuoco. E tra il fuoco e i prigionieri, passano persone e oggetti che proiettano ombre sul muro.

Quelle ombre, per i prigionieri, sono la realtà.
Sono tutto ciò che conoscono.

Un giorno, uno di loro si libera. Esce dalla caverna.
All’inizio la luce del sole lo acceca. È confuso. Ma piano piano, comincia a vedere. Scopre un mondo vivo, vasto, vero.

E allora decide di tornare nella caverna, per raccontare agli altri ciò che ha scoperto.

Ma loro non gli credono. Lo deridono.
Pensano che sia impazzito.

Scrivimi, se ti va. Ti leggo volentieri. 💛

👉 Usa il modulo di questa pagina per scrivermi o prenotare la tua conversazione conoscitiva gratuita

Una metafora eterna

Quando ho riletto questa allegoria, ho pensato: questa sono io. È stato il mio percorso.

Per tanto tempo ho vissuto in quella caverna senza nemmeno rendermene conto.
Credevo che il buio, la stanchezza, la tensione fossero “normali”.
Mi colpevolizzavo perché non riuscivo a sentirmi bene.
Mi raccontavo storie su chi ero – o su chi non ero – che mi impedivano anche solo di immaginare un’alternativa.

Poi qualcosa si è mosso.
Una piccola crepa nella parete.
Un primo raggio di luce.

Ho cominciato a mettere in discussione quelle storie, quei copioni.
È iniziato quello che spesso chiamo il mio viaggio di montagna: pieno di curve, saliscendi, imprevisti, vertigini e panorami mozzafiato.
Non sapevo mai cosa avrei trovato dietro la curva successiva.
Mi sentivo eccitata, spaventata, ubriaca di energia.

E naturalmente volevo condividere tutto questo con chi mi stava vicino.
Ma mi sono accorta che non parlavamo più la stessa lingua.
Ero ubriaca di energia… e sola.

Questo è, credo, il momento più difficile del cambiamento:
quando non sei più quella di prima,
ma non sei ancora quella che sarai.
E, forse, non sai nemmeno chi sei.

Come uscirne?

Per fortuna, io ho trovato il coaching. 😇

E non mi sono arresa.
Con ostinazione e cuore aperto, ho continuato ad esplorare, a cambiare, a crescere.
Ho trovato nuove strade, nuove mete, nuove compagne di viaggio.

E oggi posso dirti, con tutta la forza che ho:

Non arrenderti.
Non accontentarti.
Non aspettare che qualcosa accada da sé.
Fallo accadere TU.

👉 NON DEVI FARLO DA SOLA, POSSO AIUTARTI!

Usa il modulo di questa pagina per scrivermi o prenotare la tua conversazione conoscitiva gratuita

Una citazione scomoda ... e vera

“Gli uccelli nati in gabbia pensano che volare sia una malattia.”
Alejandro Jodorowsky

Se qualcosa dentro di te sente che c’è di più, che c’è un ‘fuori dalla caverna’,
ascoltalo. Fidati.
Non sei pazza. Non sei sola.

Forse sei solo all’inizio del tuo viaggio.

E io sono qui, se vuoi parlarne 💛 

👉 Usa il modulo di questa pagina per scrivermi o prenotare la tua conversazione conoscitiva gratuita

Se ti rivedi in questa storia, guarda qui i percorsi che possono accompagnarti

💛 Grazie per aver letto.

Se pensi che questo messaggio possa aiutare qualcuno, condividilo.

E invita altre donne a unirsi a questa comunità di rinascita e autenticità.

Articoli

Contattami